Una delle nuove tendenze del marketing analizzata da un’indagine di Augure: l’Influencer Marketing si conferma in continua crescita e conquista LinkedIn.
L’evoluzione del marketing verso forme non-convenzionali ha creato scenari innovativi, favorendo l’emergere di nuove ed interessanti figure professionali come nel caso del Content Marketing e, soprattutto, dell’Influencer Marketing. La qualità dei contenuti svolge un ruolo cruciale nel mantenere elevata la visibilità di un brand, ma deve essere accompagnata da uno strumento in grado di presentarla al mondo esterno: è in questo contesto che si inseriscono gli “influencer“, ovvero individui di riferimento, particolarmente interessati ad un argomento o un prodotto/settore e fortemente in grado di influenzare l’opinione di un vasto numero di persone in tempi rapidissimi. L’influenza, in questo caso, si discosta da una pura imposizione di punti di vista. Si tratta di interazione libera fra le varie parti di una comunità.
Con l’obiettivo di capirci di più e offrire un focus sullo stato dell’influencer marketing agli addetti del settore, la società Augure (operante nel mercato dei software per l’influencer engagement) ha condotto un’indagine sul tema. L’Influencer Marketing Report, nel periodo compreso tra il 15 gennaio e il 20 marzo, ha coinvolto 670 professionisti tra Francia, Italia, Spagna e Regno Unito che hanno dimostrato come le strategie di “influenza” siano meno recenti di quanto si possa immaginare e hanno delineato tre sfide chiave nello scenario dell’attuazione di una campagna di Influencer Marketing:
- Identificazione degli influencer giusti – Il 66% degli intervistati ritiene questa come una sfida fondamentale ma difficile da realizzare, proprio per la difficoltà insita nella definizione stessa di “Influencer”: alcuni attribuiscono un rilievo preponderante alla Eco, la capacità di creare un’opinione/influenza in merito ad una precisa tematica; altri insistono sull’esposizione (la potenziale audience online) mentre un discreto numero di utenti si focalizza sulla share of voice, ovvero il livello di partecipazione al dibattito da parte degli Influencer stessi;
- Generazione delle interazioni con gli influencer – La seconda sfida è quella che delinea uno dei risultati più importanti dell’indagine. Tra i canali privilegiati per contattare e ottenere la collaborazione degli Influencer, infatti, spicca con forza la presenza di Linkedin. Il social network dei professionisti si rivela di gran lunga quello più utilizzato nelle campagne di Influencer Marketing, con percentuali ben distanti da quelle di Twitter, Facebook e Google+ (fanalino di coda con solo il 10% delle preferenze);
- Misurazione e valutazione del ROI delle campagne di Influencer Marketing – La terza sfida è quella che preoccupa meno il campione di professionisti intervistato: solo il 35% la considera una sfida ad elevata criticità, mentre i più preoccupati sembrano essere i professionisti delle agenzie. Tra gli indicatori più utilizzati per misurare i risultati delle azioni di Influencer Marketing troviamo il numero di condivisioni/menzioni relative al marchio e il traffico generato sul sito aziendale.
Content Marketing e Influencer Marketing sembrano confermarsi come due delle maggiori tendenze del Marketing 3.0. Due facce della stessa medaglia che rispecchiano la necessità di raggiungere un duplice obiettivo:
- Conquistare le persone con un “racconto” convincente;
- Ottenere al tempo stesso un’interazione sempre maggiore attraverso l’influenza da parte degli individui di riferimento.
Due obiettivi che richiedono investimenti costanti e una serie di azioni orientate all’utilizzo efficace delle piattaforme disponibili. In quest’ottica, come testimonia la stessa indagine, in molti sembrano aver capito la “familiarità” di alcuni canali social con le strategie di Influencer Marketing: il successo di Linkedin in molte delle campagne di influenza sembra andare esattamente nella direzione esaminata.